Profumo per bucato Officina Naturae

Frullati di frutta mista, minestroni di verdura, ecofurbi, ecofurbate, consigli sbagliati, INCI orrendi e falsi miti da sfatare
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Henry Tudor
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Re: Profumo per bucato Officina Naturae

Messaggio da Henry Tudor »

Bella discussione, mi sono iscritto da poco ma sto imparando davvero tanto.

Condivido quanto espresso da Fabrizio ed Alessandra in merito alla pericolosità di certe profumazioni “mascherate” da eco bio, parola su cui molte aziende si arricchiscono facendo leva sul “detto e non detto” e sull’ignoranza, o buona fede che sia, dei consumatori.
Sto per l’appunto ultimando la lettura di un libro di Dario Bressanini “La Scienza delle Pulizie” che oltre ad avvalorare quanto ci spiega Fabrizio, illustra abbastanza dettagliatamente come certe sostante profumanti possano rimanere intrappolate nelle trame dei vestiti nonostante il risciacquo e, una volta indossati a contatto con la pelle, possono indurre la sensibilizzazione, facilmente riconoscibile da sintomi come secchezza, rossori e prurito e, nel peggiore dei casi, sfociare in dermatiti; grosso modo il concetto espresso da Alessandra un po' più sopra.
Credo quindi che questo discorso abbia un suo perché, anche più enfatizzato, per i prodotti non a risciacquo come nel caso del profumatore di cui stiamo parlando. Lo scrivo anche con un certo disappunto dal momento che io appartengo a quella categoria di persone a cui piace il “il bucato che sa di pulito”.

Lavorando io in uno studio legale che si occupa tra le altre cose della tutela delle aziende per i vari messaggi passati attraverso i loro siti e pubblicità, mi hanno fatto parecchio sorridere i paragoni di ester90, molto generalizzanti, che definisce “fuorvianti” ed “ingannevoli” le etichette degli INCI e mi pare nella fattispecie della Lavanderina.
A parte il fatto che il paragone è poco calzante in quanto un conto è dire che un prodotto è eco quando invece, analizzando l’INCI, non lo è mica tanto o è ad ogni modo un ibrido (Officina Naturae), ed un altro conto è una variazione nel formulato (Lavanderina), variazioni che come segnalato da Fabrizio nel vecchio forum, cambiano più spesso di quanto ci possiamo immaginare senza alterare la validità o i valori di ecodetergenza e quindi mantenere le certificazioni attribuite al prodotto.

Infatti non è un caso che spesso sui siti di e-commerce e sui canali internet di vendita diretta dei produttori ci sia la consueta scritta:
“I dati riportati sulla confezione del prodotto (INCI, consigli di utilizzo, data di scadenza, certificazioni, etc) possono variare sulla base dell'aggiornamento delle formulazioni da parte dei produttori, dell'arrivo di un nuovo lotto e dell'adeguamento alle norme di legge. Vi preghiamo pertanto di fare sempre riferimento alle informazioni presenti in etichetta prima di utilizzare il prodotto acquistato. Le immagini riportate hanno uno scopo puramente indicativo e sono soggette a variazioni da parte dei produttori.”

Possiamo quindi accusare i produttori di lentezza, pigrizia e di mancato sincronismo con la pubblicazione degli aggiornamenti INCI, spessissimo causati da tempi di lavoro frenetici, da tempi tecnici o da circolari di aggiornamento giunte all'ultimo minuto secondo, ma non di certo di essere fuorvianti o ingannevoli. Mi riferisco sempre ad aziende serie, ovviamente.

Avevo anche letto che la plastica è riciclabile all'infinito! Dipende dal tipo di plastica.
Fabrizio confermi?
La plastica si divide in due macrocategorie: termoplastica e termoindurente. Solo le tremoplastiche sono riciclabili e si riconoscono da un triangolo rappresentato da tre frecce e un numero, a seconda del gruppo di appartenenza. Questo tipo di plastica è riciclabile all’infinito. le termoplastiche possono essere rigenerate per un numero infinito di volte.
L’esempio per eccellenza è il PET, il materiale con cui viene realizzata la quasi totalità di bottigliette in plastica.Il PET è interamente riciclabile e all’infinito: significa che può dar vita a una bottiglietta nuova e identica all’originale senza perdere le proprie caratteristiche, ripetendo il processo infinite volte.

Per cui, PRIMA di parlare di inganno, occorerebbe sapere con assoluta certezza quale tipologia di plastica viene utilizzata per i contenitori di detersivo.

Concludo che ognuno sia libero di farsi del male come vuole, anche aggiungendo al proprio bucato sostanze di incerto "valore aggiunto" a vantaggio di una piena quanto soddisfacente percezione olfattiva.
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Alessandra
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Re: Profumo per bucato Officina Naturae

Messaggio da Alessandra »

Caspita!!!
Interessante discussione: uno scambio ricco di spunti e punti di vista! :)

Fabrizio illuminaci tu appena passi di qua! 🙏
Simone
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Re: Profumo per bucato Officina Naturae

Messaggio da Simone »

Si, discussione interessante. Per il momento mi limito a fare una sola considerazione: se leggo "Miscela concentrata di essenze e oli essenziali naturali, come agrumi e fiori di mare" mi aspetto che il prodotto contenga olio essenziale di fiore di mare; se leggo "deodorante alla brezza marina" mi sta bene che sia un nome evocativo che richiami un' idea, un sentore e non un componente effettivo del prodotto.
Ciao
Simone
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ecobiocontrol
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Re: Profumo per bucato Officina Naturae

Messaggio da ecobiocontrol »

Buongiorno ester90,
le tue osservazioni sono assolutamente NON condivisibili.
Se un profumo contiene sostanze classificate, non da me ma dall'Autorità, come: "questa sostanza può essere mortale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie, è molto tossica per gli organismi acquatici" non si può dire che il prodotto, nel suo insieme, è rispettoso dell'ambiente e tante altre affermazioni farlocche.
Io voglio sapere il nome botanico della pianta "fiori di mare" perché viene descritto come un derivato e quindi la domanda è lecita: dove la trovo, come si chiama?
Tu perdoni tutto alla ditta produttrice dicendo che "in fondo è solo marketing" ecco io queste ditte le definisco in modo diverso, per me sono "ECOFURBE".
La mia affermazione è in totale e netto contrasto rispetto al tuo atteggiamento "andare incontro al gusto dei consumatori", e chi lo dice? Chi lavora in ambito ecobio deve supportare valori completamente diversi del marketing: l'etica in primis. Ma non sembra che questa dote abbondi. Chi lavora in questo mondo deve fornire prodotti non ingannevoli ed invece i termini assoluti imperversano. Ripeto che a te, comportarsi come le aziende non etiche, le multinazionali ad esempio, almeno evitare di dire "loro sono pessimi e noi siamo i migliori". Non è vero! Se si agisce esattamente nello stesso modo si è uguali, solo con qualità penose e prezzi elevatissimi.
Infine penso che nonostante la tua frequentazione di una azienda che produce "reparto comunicazione presso una azienda che produce gelati". Comparare il settore alimentare con il cosmetico o della detergenza, non ha nulla in comune. Ma c'è già una norma, di qualche mese fa, relativa ai claim e la loro regolamentazione. Io e i miei collaboratori, seguiamo questa Direttiva e la prossima imminente regolamentazione, con molto interesse perché le affermazioni, che tu reputi quasi obbligatorie in nome del marketing, saranno sanzionate. Ti assicuro che non me ne farò passare nemmeno uno di claim fuorvianti e non etici.

A Henry Tudor voglio dire che quando leggo che la plastica è "riciclabile all'infinito, significa che, chi la ha scritta, non ha la minima idea di cosa sia la plastica e della sua complessità. Esiste una cosa che avviene nella plastica e si chiama stress cracking e che significa una cosa semplicissima, ad ogni lavorazione la plastica si degrada e perde plasticità, resistenza meccanica eccetera. Quindi l'affermazione è falsa. Il mio settore materie plastiche, sarà felice di farti un corso relativo a questo mondo.
Ciao
Fabrizio
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Henry Tudor
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Re: Profumo per bucato Officina Naturae

Messaggio da Henry Tudor »

Henry Tudor ha scritto: 27/07/2024, 12:16
Avevo anche letto che la plastica è riciclabile all'infinito! Dipende dal tipo di plastica.
Fabrizio confermi?
Grazie Fabrizio, infatti ho riportato quanto ho letto sul riciclo ma non essendone sicuro ho, per l'appunto, chiesto se confermavi quanto sopra.
Non si finisce mai di imparare e la disinformazione e le notizie false sul web abbondano. ;)
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Alessandra
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Re: Profumo per bucato Officina Naturae

Messaggio da Alessandra »

ecobiocontrol ha scritto: 02/08/2024, 17:07 Se un profumo contiene sostanze classificate, non da me ma dall'Autorità, come: "questa sostanza può essere mortale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie, è molto tossica per gli organismi acquatici" non si può dire che il prodotto, nel suo insieme, è rispettoso dell'ambiente e tante altre affermazioni farlocche.

Tu perdoni tutto alla ditta produttrice dicendo che "in fondo è solo marketing" ecco io queste ditte le definisco in modo diverso, per me sono "ECOFURBE".

... e, a questo punto, direi che il profumatore in oggetto con relativa discussione è meglio se viene collocato nella sezione "Bufale"!
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ecobiocontrol
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Re: Profumo per bucato Officina Naturae

Messaggio da ecobiocontrol »

Henry Tudor ha scritto: 02/08/2024, 20:36
Henry Tudor ha scritto: 27/07/2024, 12:16
Avevo anche letto che la plastica è riciclabile all'infinito! Dipende dal tipo di plastica.
Fabrizio confermi?
Grazie Fabrizio, infatti ho riportato quanto ho letto sul riciclo ma non essendone sicuro ho, per l'appunto, chiesto se confermavi quanto sopra.
Non si finisce mai di imparare e la disinformazione e le notizie false sul web abbondano. ;)
Vediamo allora di essere ancora più precisi: esistono almeno due grandi famiglie di prodotti chiamati "plastica". Al primo gruppo appartengono materiali che "cambiano" proprio di natura. Ad esempio il manico della Moka del caffè (bachelite) si ottiene grazie ad un processo irreversibile, quindi NON riciclabile.
Al secondo gruppo appartengono i materiali detti "termoplastici" cioè che a freddo sono rigidi e a caldo diventano teneri. Polimeri come Polietilene, Polipropilente, Polivil cloruro, Polietilene tereftalato (PET) eccetera vengono riscaldati fino a temperature di circa 200 gradi, estruse e stampate nella forma del flacone che si vuole produrre. Lo stampo è raffreddato e quindi il materiale plastico che è entrato "gommoso e flaccido" esce nella sua forma definitiva.
Ora chiunque abbia un minimo di informazioni tecniche (ma anche non avendole) capisce benissimo che 200 gradi non sono uno scherzo. E ogni volta che si raggiungono queste temperature una parte di plastica si degrada, si rovina e dopo alcune volte non si potrà più usare per fabbricare dei flaconi.
Quante volte? Ripeto che dipende dal tipo di plastica. Il Polivinil cloruro dopo uno o due ricicli non si riesce più ad utilizzare. Il PET molte più volte, diciamo 5-6 ma non di più.
Tutto chiaro?
Ciao
Fabrizio
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